До свидания, Россия… Arrivederci, Russia…

È arrivato il giorno. Stasera salirò sul treno diretto a Ulan Bator.

Sono stati tredici giorni incredibili. Non avevo bene idea di cosa aspettarmi. Tutti noi bambini nati negli anni ’80 abbiamo visto cadere l’ex CCCP e ci siamo creati un immaginario, fornito dalla televisione, credo totalmente tendenzioso. Siamo cresciuti sicuramente più a pane e USA che a pane e URSS. Immagino che visitare la Russia, prima del 1991, sarebbe stata un’esperienza totalmente differente. Quello che ho percepito io, A.D. 2017, è un paese dalle fortissime contraddizioni, per alcune cose ancora fortemente legato a un passato non così lontano, per altre, ormai introdotto (sicuramente sedotto), in un sistema capitalistico fino a venti anni fa inimmaginabile.

La differenza è molto evidente tra le diverse generazioni, nel bene e nel male. È incredibile come pochissime persone, anche tra i giovanissimi, parlino inglese ma quasi tutti bevano la Coca Cola. Sui treni, i provodnik e le provodnitse più anziani hanno ancora negli atteggiamenti e negli sguardi quel rigore che si può definire “sovietico”. Le ragazzine, per la maggior parte tirocinanti (qui l’alternanza scuola-lavoro è una roba seria), sono invece dei biscottini alla crema. Dolci, affabili e scanzonate.

Non posso dire molto di più perché è una realtà che non conosco e che mi ha solo sfiorata. E poi non ne ho le competenze. Però alcune cose posso dirle di per certo:

  1. La Russia è davvero immensa (questa non vale);
  2. La Russia, per quello che ho visto, è splendida.
  3. I Russi, data l’estensione del territorio, hanno mille sfumature ma un unico modo di essere speciali: a volte un po’ scorbutici e spicci, più spesso generosi e sorridenti; incredibilmente disponibili se domandi loro qualcosa. Anche se non ti capiscono e tu non capisci loro, si sforzano in ogni modo di darti una mano. Se impari qualche parolina e li saluti, li ringrazi o ti offri di aiutarli, ti regalano i loro sorrisi migliori. Perché l’educazione paga, ovunque;
  4. La cucina è stata una scoperta straordinaria: è buonissima! Io ho mangiato bene dappertutto. Dalla babuska al ristorantino (e ho guadagnato un sacco di punti felicità);
  5. La lingua mi sembra estremamente interessante. Spesso ho percepito delle assonanze (credo capiti con ogni lingua tranne l’ungherese e le ugro-finniche in generale…loro no!) e mi piacerebbe approfondirla;
  6. Sono felice, felicissima di essere stata qui. Rimpiango solo San Pietroburgo. Ma diventerà l’occasione per tornare presto.

Grazie, Russia. Grazie con tutto il cuore!

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