Giorno 20. Secondo a Pechino

Avvertenza: post ad elevato contenuto archeologico. Potrebbe causare improvvisi attacchi di narcolessia, tic vari e crisi di panico. Per evitare ciò, potete saltare il punto n.2

  1. Oggi sono stata al Museo Nazionale della Cina. È enorme, bellissimo e gratuito. Ma per entrare dovrete superare più livelli di Super Mario Bros. La coda è chilometrica come lo può essere solo in una nazione con un miliardo di persone. È tutto sommato scorrevole ma, se piove come nella foresta amazzonica (e oggi era così), munirvi di corazza o scafandro potrebbe tornarvi utile. La cosa che non deve mai mancarvi è la pazienza. Fatevi una bella dormita, una grossa colazione e pensate alle cose più belle che possiate immaginare…altrimenti potreste finire in guai seri. Finita la coda, arriva il momento dei controlli di sicurezza (a Pechino sono ovunque): io sono stata palpata fino alla punta dei capelli e ho dovuto mollare giù il selfie-stick della GoPro. Poco male. In fondo è tornato da dove era venuto;
  2. Già in Mongolia ho dovuto, mio malgrado, accettare che l’Impero Romano non sia stato il più vasto della storia dell’umanità. Mi sono recata personalmente da Gengis Khan per dirgli che sì, l’ho perdonato, ma che cose belle come i Romani non le ha fatte nessuno. Mi sbagliavo. Ma d’altronde, ho fatto questo viaggio per smentire le mie convinzioni, non per corroborarle. Sappiamo tutti che la Cina ha una storia millenaria e che, di riflesso, ha prodotto una cultura materiale e spirituale altrettanto stupefacenti. Io non so quasi nulla di tutto questo (che peccato!) ma oggi ho potuto vedere qualcosa e ne sono rimasta sbalordita. A) Per gli amici protostorici: l’Età del Bronzo in Cina ha visto la produzione di manufatti di incredibile bellezza. Posso dirvi che già allora tutto il mondo era paese. Lo stesso posso dire del Neolitico: come lavoravano la giada loro, nessuno mai.
    B) Per gli amici classicisti, compresa la sottoscritta: sappiamo tutti che le statue greche e romane erano policrome ma per motivi non meglio specificati non lo vogliamo accettare. Al Museo ho visto diverse statue lignee del IV secolo d.C. ancora tutte colorate. Vi assicuro che sono bellissime.
    C) Una cosa che ha accomunato e ancora accomuna civiltà e culture così distanti è la rappresentazione del corpo femminile. Così aggraziata, ispirata e tanto, tanto bella. La Gonnella della mia Transmongolica ha attraversato lo spazio e il tempo!
  3. Una sezione del Museo è dedicata a tutti i regali che i vari Presidenti della RPC, in speciale modo Mao, hanno ricevuto durante le visite ufficiali degli altri Capi di Stato. È veramente un tripudio di oggetti tra loro diversissimi, tutti molto pregiati e incantevoli. Se vi capitasse, non perdetevela!
  4. Alle cinque, ho mangiato una scodella enorme di noodles in una bettolazza trovata per caso. Ho speso un euro. Oggi metto da parte il selfie al cesso per deliziarvi con il corrispettivo ai noodles;
  5. Il fatto che stia piovendo così tanto evita l’inquinamento alle stelle e il caldo che squaglia la faccia. Ma, come mi insegna la mia amica Vane, è l’umidità che ti ammazza;
  6. Pechino è meravigliosa. Io sono incantata da tutto. Dalla città, dai negozi, dal cibo e, soprattutto, dalle persone. Sputare per terra non sarà educato in Italia ma qui è normale. E io sono qui, per cui va bene così. Ma quanto sono gentili e disponibili i Cinesi non lo potevo immaginare: così rispettosi degli anziani, dei bambini e degli stranieri…Tutti, ma proprio tutti mi sorridono e non mi importa che lo facciano perché sono un pochino diversa. Immaginatevi una giornata in cui tutte le persone che incontrate vi sorridono senza un motivo. È bellissimo!

Mi dicono in tanti che sembro felice. Io sono felice. E poterlo dire è una cosa meravigliosa.

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