Giorni 22 e 23. Quarto e quinto a Pechino

  1.  Ieri non ho postato nulla a causa di subentrata morte apparente dopo la riposante passeggiata alla Grande Muraglia e l’eccellente idea di uscire per vedere la Pechino by night;
  2. La Grande Muraglia è strepitosa. Si poteva scegliere tra la parte semplice e quella più impegnativa. Io, che sono notoriamente un genio fuori allenamento, ho scelto quest’ultima. Dopo tre minuti ero madida di sudore, a metà strada mi sono venute le convulsioni e, arrivata in cima, ho finalmente compreso il sesso degli angeli. Ma non ve lo dico. In ogni caso è stato bellissimo. Siamo poi andati a mangiare in un ristorantino dove ho bevuto a garganella una birra a meno 30 gradi. Poco ci mancava che ci lasciassi le penne;
  3. Stamattina mi sono svegliata prestissimo con un unico scopo: visitare la Città Proibita. Altrimenti sarebbero stati guai seri. Per cui, io e Luca, il ragazzo toscano mio compagno di avventure in questi 2 giorni, siamo entrati in Piazza Tiennamen come i bersaglieri il giorno della breccia di Porta Pia. Adulti, bambini e selfie stick saltavano via come birilli al nostro passaggio. Alla fine, trionfanti, abbiamo stretto i nostri biglietti e siamo entrati respirando a pieni polmoni. Ma il fiato ci si è mozzato immediatamente: come possa l’essere umano creare così tanta bellezza, resta un mistero. Palazzi, cortili e balaustre intarsiate, animali di bronzo, tetti colorati, cassettoni dipinti e statue. Uno splendore. C’è stato solo un problema: la quantità di persone. Purtroppo non è stata molto godibile perché non ci si poteva fermare troppo a guardare. Venivi trascinato dalla folla in qualsiasi direzione. Pechino è una città estremamente faticosa in questo senso. Sedersi in metropolitana è pressoché impossibile, come lo è attraversare la strada: le auto non rispettano il rosso e non si fermano sulle strisce; se non ti piallano loro lo fanno gli autobus, poi i motorini, seguiti dai risciò, dalle biciclette, dai pedoni stessi che al mercato mio padre comprò. Un delirio;
  4. Oggi il caldo era opprimente e c’era la famosa cappa (K) di smog sopra la città. Per cui, dopo l’estenuante visita alla Città Proibita, siamo andati a vedere il Palazzo d’Estate. È stato anche meglio. Un bel laghetto pieno di barchette e fiori di loto fa da cornice ad alcuni templi buddisti superlativi. Naturalmente abbiamo pagato un’aggiuntina per la raggiungere il punto più alto a 200 km s.l.m., bucando la ionosfera. Così, per non perdere il polpaccio alla Messner.
  5. Alle 15.30 siamo andati in banca per cambiare i soldi. Ne siamo usciti alle 17. Incazzati come delle bisce, stremati, disidratati e digiuni, siamo andati a mangiare un boccone. Ci hanno portato quello che vedete nelle foto. Luca si è difeso egregiamente ma è stramazzato con la faccia nel piatto prima del fischio finale. Io, never give up, ho tenuto botta un’altra mezz’ora. Ma mi sono arresa con l’ultimo raviolo al vapore dei 314 presenti nel piatto. Qui sono completamente sciroccati con il cibo, credetemi;
  6. Ultima notte in ostello. Domani sera a quest’ora, andrò in aeroporto. Devo mettere a posto i miei pensieri e le mie emozioni. Ma questo avverrà solo quando entrerò in casa mia con davanti un piatto di pastazza e una bottiglia di vino (quanto mi manca il vino!)
  7. Selfie al cesso, chepiubruttononsipuò!
  8. Ho il raffreddore.

2 commenti
  1. Luca Falleni
    Luca Falleni dice:

    È stato un onore essere tuo compagno di viaggio anche se per così poco tempo.. anche per me è arrivato il momento di preparare le cose per tornare a casa.. porto indietro con me qualche minchiata di regalo-inutile e la conoscenza di persone che vale la pena che siano state concepite.. inutile dire che anche i tuoi genitori hanno fatto un egregio lavoro.. hugs…

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