Secondo giorno a Mosca

  1. La mattinata è stata un po’ sfiancante. Cercare di farmi comprendere e, soprattutto, di comprendere, mi ha mandata in sbattimento per almeno un’ora. Poi ho incontrato Natalia. Ribadisco in ogni caso che, dietro alle sembianze un po’ austere e burbere di alcuni Russi, si nasconde un cuore di panna;
  2. Sono una nerd ma mi rifiuto di ammetterlo;
  3. Nel pomeriggio, in camera, si è svolta la seguente conversazione tra me e una compagna di stanza:C: Are you Russian?
    V: No, I’m not!
    C: Is your mother Russian?
    V: No, she isn’t.
    C: Father?
    V: No!
    C: …
    V: …
    C: Why do you have this face?
    V: Good question. I’m Italian.
    C: ITALIAN?
    E si avvicina per abbracciarmi.
    C: What’s your name?
    V: Valentina.
    C: …You are Russian.
    FINE
  4. In merito al punto di cui sopra, io sono avversa ai nazionalismi. Semplicemente per il fatto che non ho avuto, io come nessun altro, la brillante idea di nascere nel luogo in cui sono nata. Detto ciò, il sorriso che si stampa in viso a tutte le persone a cui dico di essere italiana, è impagabile.
  5. Sempre legato al discorso. Mentre ero nei dintorni della Piazza Rossa ho fatto conoscenza con un gruppo di ragazzi tedeschi, i quali, dopo aver saputo la mia provenienza, hanno cominciato con la solita originalissima solfa della mafia-pizza-mandolino a cui hanno aggiunto Berlusconi, credendo di essere al passo con i tempi. E niente. Qualcosa di più grande e ineffabile si è impossessato di me. Ho detto due parole pronunciate ad alta voce: FABIO GROSSO. Altro che sorrisi impagabili;
  6. Prendere la metropolitana mi fa impazzire. Vorrei farne un mestiere. Ci sono alcune fermate di una bellezza incredibile e, comunque, ho più problemi con la metro di Milano;
  7. Il Moscovita Imbruttito in metro è assai peggio del suo corrispettivo milanese. Si abbreviano comunque entrambi con M.I.;
  8. La guardia giurata dell’ostello mi fa il filo e continua, ostinatamente, a parlarmi in russo; nonostante gli abbia detto trecento volte che non capisco un razzo. Stasera mi ha detto un’altra cosa incomprensibile. L’ho guardato con una faccia da pirla colossale e lui mi ha mimato un cuore. Ci siamo capiti e finalmente ha sorriso: ha un dente ogni quarto d’ora;
  9. Peggioro di giorno in giorno nell’arte dei selfiez. Specie nei cessi dei ristoranti. Giudicate voi;
  10. Mi sento ancora più libera di ieri.

Mosca, ti amo.

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