Mosca/treno. Quarto giorno Treno. Quinto giorno

  1. Come avete visto dal bellissimo video pubblicato da #Russaliana, ieri mattina, prima della mia gloriosa partenza, ci siamo incontrate con anche #Ramingo Dentro – Travel Blog. Per gli amici loro sono Sydney e Alessio. Parlare italiano, anche se solo per poco più di un’ora, è stato quasi liberatorio. Cominciavo a sentirmi lobotobizzata. Loro sono stati carinissimi con me, mi hanno aiutato a portare i bagagli e Sydney, che parla perfettamente il russo, ha chiesto informazioni al posto mio. È stato bello condividere le nostre esperienze e sentirci vicini pur essendoci appena conosciuti;
  2. Appena il treno è partito, mi sono sentita scoppiare il cuore di gioia. Ultimamente mi capita spesso (anche per cose che non hanno a che fare con questo viaggio) ed è proprio una sensazione piacevole. Ho detto forte e chiaro: “ce l’ho fatta”!
  3. Ho viaggiato trenta ore in seconda classe. Ti danno le lenzuola, un asciugamanino, le ciabatte e un mini dentifricio con spazzolino. Io avevo anche un pasto compreso ma non lo sapevo. La cosa è sorprendente dato che ho pagato il biglietto 70 euro. In scompartimento con me, fino a Kirov, c’è stata Natasha, una delle ragazze più dolci e disponibili che abbia mai conosciuto. Abbiamo comunicato solo con il traduttore perché nemmeno lei parlava inglese. Siamo comunque riuscite a spaziare dalla storia, alla politica, al cinema, agli affetti. Solo tutto è stato più lento perché spesso dovevamo aspettare che funzionasse Internet. È un modo particolare di comunicare, che non conoscevo e che mi è piaciuto moltissimo; si è adattato perfettamente al contesto;
  4. I treni sono vecchi e molto lenti. In ogni carrozza ci sono le provodnitse, le cape indiscusse del tuo vagone. Sono efficientissime e si muovono come ninja: controllano passaporti, puliscono, cazziano gli ubriachi, portano la cena. Non parlano una parola di inglese. Niente, nisba, nada. I letti sono abbastanza confortevoli; io avevo uno dei due di sotto, con il tavolino. La biancheria la mette e la toglie il viaggiatore appena prima di scendere. All’inizio di ogni carrozza è presente un samovar, il distributore di acqua calda a 100 gradi. Serve per farti i caffè, i thè o i noodles. Quando ci passi di fianco ti si scartavetra la faccia;
  5. In treno non ci si annoia. Almeno per me non è stato così. Ho guardato molto il panorama (post a parte) e ho fatto mille pisolini. Si dorme benissimo. Non sono riuscita a leggere, ma forse ero troppo emozionata dalla novità;
  6. I cessi fanno schifissimo ma vi racconterò (per le signorine) come fare la pipì senza paura. E soprattutto senza macchia;
  7. Su questi treni c’è un sacco di vita. Sono degli ecosistemi perfettamente funzionanti nei quali tu non puoi fare altro che adattarti e prendere il massimo;
  8. Domani vi racconto del mio tragicomico arrivo a Ekaterinburg;
  9. Va da sé che sono arrivata;
  10. Doppia razione di selfie al cesso!
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