Organizzazione del viaggio – 4a parte: i vaccini (piccolo post)

Avvertenza: Ho fatto dei vaccini non obbligatori, per cui la mia posizione in merito alla profilassi vaccinale è chiara. In ogni caso, ci tengo a sottolinearla con forza.

Una bella mattina del mese di maggio decido di recarmi alla ASL della mia città con lo scopo di prendere appuntamento per fare i vaccini che, informandomi qua e là (con questa espressione intendo: altri viaggiatori e il portale del Ministero della Salute, http://www.salute.gov.it/portale/home.html), ho ritenuto di dover fare: anti epatite A, anti colera e anti tifoide. Per il tetano e la difterite sono già coperta.

Arrivata allo Sportello per la Profilassi del Viaggiatore Internazionale, vengo cortesemente informata che non potranno farmi i vaccini fino al 6 di agosto per motivi non meglio precisati. Peccato che io parta il 24 luglio. Mi indirizzano perciò dal medico di base, il quale provvederà a farmi le ricette per acquistare gli intrugli in farmacia e consentirmi di autovaccinarmi comodamente dal divano di casa mia.

Bene. Mi reco nella prima farmacia e ordino i tre vaccini. Dopo quattro giorni mi chiamano dicendo che l’anti epatite A non è disponibile, non solo da loro, ma su tutto il territorio nazionale. Diffidente peggio di San Tommaso mi reco in altre cinque farmacie (Max Pezzali ne parlava già tanto tanti anni anni fa di quanto è paranoica questa città, della sua gente e delle sue manie, due discoteche e centosei farmacie. Sappiate che è vero) che mi rispondono tutte la stessa cosa. Meraviglioso. I motivi non sono ben chiari; sta di fatto che io, come tantissima gente come me, sono rimasta senza vaccino.

Che fare?

Personalmente mi sono fatta consigliare dalla farmacista la quale mi ha spiegato le norme igieniche basilari per evitare di contrarre la malattia:

  1. Non mangiare cibo poco cotto, latte crudo, frutta e verdura non lavate;
  2. Evitare i succhi di frutta freschi e in generale le bevande contenenti ghiaccio;
  3. Lavarsi le mani dopo l’utilizzo dei servizi igienici (è possibile ovviare alla mancanza di acqua con i gel igienizzanti);
  4. Evitare i rapporti sessuali non protetti;
  5. Evitare lo scambio di siringhe infette.

Con questo simpatico vademecum dovrei essere tranquilla indipendentemente dal vaccino. Ma sappiate che avrei preferito farlo.

Gli altri due vaccini me li sono auto-somministrata: l’anti tifoideo (in compresse) si prende in tre dosi a giorni alterni mentre l’anti colera (soluzione liquida da mischiare al gastroprottettore ai frutti di bosco) in due dosi a distanza di una settimana l’una dall’altra. Io non ho avuto effetti collaterali, eccezion fatta per l’attesa di un’ora, dopo aver preso il vaccino, per poter fare colazione (prima bisogna comunque essere digiuni). Una tragedia.

Perché ho deciso di vaccinarmi?

Come ho detto, in nessuno dei Paesi in cui mi recherò esistono epidemie o rischi endemici legati a queste malattie. In alcune situazioni in cui mi andrò a trovare mangerò quello che passerà il convento e non ho nessuna intenzione di nutrirmi nei fast food o in ristoranti italiani. Sarò spesso in condizioni igieniche non ottimali, non potrò farmi la doccia ogni giorno e utilizzerò servizi che useranno altre centinaia di persone. Cambierò spesso fuso orario e sarò, prevedibilmente, stanca. Tutto questo potrebbe rendermi più vulnerabile nei confronti di agenti patogeni poco SIMPA. Ad ogni modo, non ho nessuna intenzione di trascorrere sul vaso o peggio, in qualche ospedale, il mio viaggio; quantomeno per quanto riguarda le decisioni che posso prendere io a priori.

Postille

Durante la stesura di questo post ho mangiato una quantità vergognosa di cupeta te mennula niura. Se non sapete cos’è, andate a farvi un giretto in Puglia.

Ringrazio i bambini della mia vita che mi mettono sempre a disposizione i loro giochini per le fotografie.

Lo so che non state più nella pelle, soprattutto perché con un deca non si può andare via e non vi basta neanche in pizzeria. Ascoltatela.

 

 

 

 

1 commento
  1. ilteo
    ilteo dice:

    tanto non esiste il vaccino contro la caghetta del viaggiatore!
    un dubbio mi assale mentre scrivo, ma se la caghetta si chiama del viaggiatore, il vero viaggiatore non dovrebbe per nulla cercare di arginarla o incanalarla in sopportabili borghesi rimedi(quali vaccini di cui i più riconoscono ormai le insidie morali) piuttosto si chiarisce come sarebbe consigliato il viaggiatore di immergersi nel flusso dell’essenza (e che essenza!) del viaggio medesimo, di medesme peregrinazioni, e intendonsi le cacarellae, e lasciarsi scorrere nella corrente odeporica , tanto che lasciasi supporre una verità più profonda: che siano esse stesse il viaggio.

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