Settimo giorno. Secondo a Ekaterinburg

  1. Questa città è un’accozzaglia di tante cose insieme. I tram e gli autobus sono vecchissimi ma belli, tanto belli. Le persone sono amichevoli e gentili, tranne le KACCHIERE della metro. Loro ti guardano male di default. Oggi una mi ha fatto un mezzo sorriso ma si è ripresa subito;
  2. Ekaterinburg ha una sola linea della metropolitana e il biglietto è un gettone (<3). Sia questi ultimi, sia gli ingressi (che sono senza tornello ma nessuno si sogna di approfittarne) sono quelli dismessi dalla metropolitana di Mosca che è stata ammodernata;
  3. In questa città, ma lo notai anche in Grecia e in Croazia, usano capitalizzare il vile danaro in denti d’oro. Oggi, che è stata una giornata stupenda e tutti sorridevano garruli, per il riverbero non ci vedevo un cazzo;
  4. Mosur, il ragazzo tagiko con cui tentavo di parlare ieri sera, mi ha preparato la cena. Ha fatto un riso con i ceci, le verdure e la carne di agnello e mi ha aperto il cuore. A noi si è aggiunto un ragazzo russo che abita vicino al Bajkal con i tratti già del tutto asiatici. È qui per iscriversi alla Facoltà di Fisica di Ekaterinburg. Poi è arrivata una ragazza di Krasnoyarsk, una geologa spedita a studiare al Museo degli Urali e tutti, tutti quanti, si prodigavano con il traduttore per raccontarmi un pochino di loro e chiedermi dell’Italia. Io, per ricambiare così tanta gentilezza, ho iniziato a regalare olio, mandorle e cioccolata che avevo portato da casa. Queste cose sono bellissime;
  5. Selfie nel cesso con le treccine.
1 commento
  1. sole
    sole dice:

    Amica mia, se non fosse per un paio di (teneri) impedimenti sarei lì con te! ci sono con la mente e con il cuore, so che sarà un viaggio meraviglioso. E smettila di farti i selfie perfavore!

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